giovedì 16 agosto 2012

La domanda di acqua mondiale supera l'offerta


Quasi un quarto della popolazione mondiale vive in regioni dove le acque sotterranee vengono utilizzate più velocemente di quanto possano ricaricarsi. E' quanto risulta da un'analisi globale sull'esaurimento delle acque di falda pubblicato su Nature.

In tutto il mondo, le società umane dipendono in gran parte dallo sfruttamento vaste riserve di acqua che sono conservate da migliaia di anni nelle profondità della terra, sotto sabbia, argille e rocce. Queste enormi falde acquifere, che spesso si estendono in aree transfrontaliere, forniscono acqua potabile e per usi irrigui, ma spesso sostengono anche gli ecosistemi forestali e attività umane come la pesca. Ma nella maggior parte dei principali regioni agricole del mondo, comprese la Central Valley in California, la regione del delta del Nilo in Egitto e il bacino superiore del Gange in India e in Pakistan, la domanda di acqua supera la capacità di rinnovamento di questi serbatoi idrici sotterranei. .

Secondo il leader del team di ricercatori canadesi e olandesi, Tom Gleeson, un idrogeologo della McGill University di Montreal, «questo utilizzo eccessivo può portare ad una ridotta disponibilità delle acque sotterranee sia per l'acqua potabile che per far crescere il cibo. Alla fine, può portare al prosciugamento di fiumi e ad impatti ecologici».

Gleeson ei suoi colleghi hanno messo insieme un modello idrologico globale ed un set di dati sulle acque di falda utilizzati per stimare la quantità di acque sotterranee che viene estratta nei Paesi in tutto il mondo. Inoltre il tasso stimato di "ricarica" di ogni falda, la velocità alla quale le acque sotterranee si "riempiono". Utilizzando questo approccio i ricercatori hanno determinato il "'footprint" delle cque sotterranee di quasi 800 falde acquifere di tutto il mondo, le hanno mappate ed hanno calcolato lo stress al quale è sottoposta ogni sorgente. Hanno anche esaminato dettagliatamente quanto sia il flusso di acqua necessario a mantenere in salute degli ecosistemi come praterie, boschi e ruscelli.

Jay Famiglietti, un idrologo dell'university of California di Irvine, sottolinea: «A mia conoscenza, questo è il primo water-stress index che rappresenta la realtà per preservare la salute dell'ambiente. Si tratta di un passo in avanti essenziale». Il 20% delle falde idriche del mondo viene sfruttato eccessivamente. Lo studio fa l'esempio dell'impronta antropica sulle acque del la falda acquifera del corso superiore del Gange che è oltre 50 volte la dimensione della stessa falda acquifera: «Così lì il tasso di estrazione è abbastanza insostenibile», dice Gleeson.

Ma Famiglietti evidenzia che lo studio, che si concentra sulla quantificazione del tasso di intercettazione delle acque sotterranee contro quello di ricarica e che mancano dati sulla quantità di acqua che c'è attualmente nelle falde acquifere del mondo: «L'unico modo per rispondere alla richiesta di sostenibilità è quello di rispondere alla domanda di quanta acqua abbiamo in realtà. Un quadro completo avrebbe rivelato che si stanno sfruttato a livelli insostenibili molte più falde acquifere del mondo. Alcune regioni affrontano siccità più frequenti e crescita della popolazione. La caratterizzazione completa delle falde acquifere in tutto il mondo, anche se costosa, sarà necessaria».

Gleeson conclude con una nota di speranza: «Il 99% della acqua potabile non congelata del pianeta è sotterranea Ed abbiamo il potenziale per gestire questo enorme serbatoio in modo sostenibile, se sceglieremo di farlo». Per farlo bisognerebbe limitare l'estrazione dell'acqua, utilizzare sistemi di irrigazione più efficienti e cambiare le diete alimentari, riducendo il consumo di carne.

Fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?page=default&id=17315

Nessun commento:

Posta un commento