L'Universale
POD è la sigla che rimbomba in questi giorni insoliti e silenziosi di Ferragosto londinese. Il sipario olimpico si è chiuso temporaneamente, aspettando le Paraolimpiadi. Londra non va in vacanza e si lavora come sempre, ma con una marcia in meno dopo i Giochi: è la “Post Olympic Depression”.
Dopo la sbornia musicale della cerimonia di chiusura, lunedì 13 ha ripreso a piovere, dopo giorni soleggiati ed euforici, in una città che ha registrato 7 milioni di visitatori durante le Olimpiadi. Con un budget decisamente inferiore a quello di Pechino 2008, Londra 2012 ha stupito e affascinato il mondo. Prima con l’originale apertura dei Giochi, poi con l’efficienza e l’organizzazione di una città che se non lo era già prima, si è consacrata definitivamente come il centro del mondo.
Oltre alla depressione post-olimpiade, in questi giorni si fa un gran parlare della “legacy”: l’eredità che lascia Londra 2012 in termini economici, sociali e culturali. Il bilancio è già positivo: i Giochi a cinque cerchi hanno generato lavoro, nonostante il Paese sia in recessione. Per la prima volta in 20 anni si sono creati più posti di lavoro part-time, e il risparmio delle famiglie è aumentato leggermente. I trasporti hanno funzionato alla perfezione, tanto che le corsie inizialmente riservate solo ai mezzi olimpici sono state subito aperte al traffico regolare. Un esercito di 70mila volontari è stato una delle chiavi del successo di questa edizione: ragazzi e meno giovani hanno accolto e divertito con un sorriso sulle labbra stampato perennemente sul volto. Il sistema di sicurezza ha retto, nonostante le polemiche relative all’incapacità della società privata G4S di formare guardie a sufficienza in tempo per i Giochi. Extra turismo si è generato prima con il matrimonio di William e Kate, poi con il Diamond Jubilee, infine con le Olimpiadi: eventi di massa per cui gli inglesi si dimostrano maestri nell’organizzazione e nel controllo. Infiniti poi, gli eventi artistici che hanno caratterizzato i giorni olimpici, la maggior parte gratis. Le più grandi istituzioni culturali come il British Museum, la National Gallery, la Royal Opera House o la British Library hanno dedicato mostre sulla storia dei Giochi, e hanno esposto archeologie sportive di grande valore.
Lo sport ci ha guadagnato, indubbiamente. In un Paese un po’ pigro, i politici hanno inneggiato al “do sports” e non c’è dubbio che verranno avviati molti progetti nelle scuole seguendo l’esempio dei connazionali che hanno fatto incetta di medaglie. Il motto “inspire a generation” non poteva essere più appropriato. Questa edizione, secondo il sindaco di Londra Boris Johnson, “ha dimostrato agli stessi inglesi che se gli viene data l’opportunità, possono stupire il mondo”; lo ha detto ieri in un’intervista esclusiva al The Evening Standard, giornale amico. La capitale ha bisogno di una “potente dichiarazione di ambizione”, sentenziando inoltre che il “miglior modo di creare business in Inghilterra è quello di tagliare le tasse, liberalizzare i servizi e creare nuove infrastrutture”; per esempio costruendo un nuovo aeroporto. Pare che proprio la parola “aeroporto” l’eclettico Mayor l’abbia sussurrata al Primo Ministro David Cameron, durante la cerimonia olimpica. Johnson si è inoltre riunito in queste settimane con importanti imprenditori cinesi, indiani e americani, per convincerli a investire nella capitale, in modo da assicurare benefici per almeno altri 20 anni. La sfida elettorale per un posto a Dowing Street è già iniziata.
Intanto, tra poco più di una settimana iniziano quelle che già si preannunciano le Paraolimpiadi più redditizie e celebrate di sempre. La vendita di 2,1 milioni di biglietti è un record. C’è da scommetterci, Londra stupirà ancora.
http://luniversale.it/2012/08/16/londra-2012-uneredita-per-leternita/
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