lunedì 13 agosto 2012

L'utile idiozia dei demolitori controllati


E' il caldo che fa surriscaldare i circuiti a Mario9000 e lo fa straparlare? Quest'uomo è veramente il presidente del consiglio più sopravvalutato degli ultimi 150 anni visto che inanella una scemenza dopo l'altra? Oppure...
le sue ultime uscite antiparlamentari, antitedesche, praticamente antidemocratiche, sono piccole voci dal sen fuggite - come la "crisi è una magnifica opportunità" di Passera - sprazzi di verità che tonnellate di propaganda, di martellamento da guerra psicologica non riescono più a nascondere?
Insomma, tra uno spread a 1200 e l'altro - questa le è scappata mentre stava pulendo il fucile delle cazzate, lo ammetta, Smonti - e gaffes a ripetizione peggio di Iddu, viene fuori ogni giorno di più il personaggio dell'inesperto ma pur sempre innocente professorone al quale forse è stato affidato un compito troppo pesante per le sue esili spalle. Talmente inesperto delle astuzie della politica da camminare di continuo sul filo della lama dell'incidente diplomatico e della crisi di governo. Ma è proprio così?


Io penso invece che questo demolitore controllato degli ultimi baluardi di economia reale e stato sociale, nonché di democrazia europei, uno che le lezioni di Tobin, secondo me, potrebbe anche essersele dormite, sappia benissimo ciò che sta facendo.
E' la totale apparente idiozia delle sue azioni di governo che fa giungere alla conclusione che di idiozia non si tratti affatto ma di strategia. Basta sapere qual'è il masterplan e tutto diventa chiaro.
Applicare leggi che spingono il paese dritto in bocca alla recessione ed impoveriscono ancor di più i poveri, con la novità di un inedito attacco frontale al ceto medio chiamato a pagare veri e propri pizzi e riscatti per il proprio sudato benessere e a fronteggiare lo shock di una possibile terrificante retrocessione nella povertà; non toccare un capello alla mostruosa per corruzione classe politica italiana, non fare nulla per il bene generale ma solo per una minoranza di fortunati che si arricchiranno ancora di più, non può essere solo il frutto di follia, altrimenti sarebbe già scattato il T.S.O.
Sembra effettivamente un idiota uno che si mette ad attaccare l'istituzione parlamentare tedesca, la rappresentanza democratica del popolo di un paese, la Germania, che sta giusto per decidere se accettare il fiscal compact o dichiararlo incompatibile con la propria Costituzione Federale. E' una pura follia, tanto più se è vero che i nostri destini di paesi fetusi dipendono da quella decisione tedesca dalla quale si salverebbe, di conseguenza - dicono - l'euro e quindi i nostri culi. Sembra idiozia o follia, eppure lui lo ha fatto.
L'uomo non sembra avere alcun senso della Storia, altrimenti saprebbe quanto sono sensibili i tedeschi al concetto di democrazia. Forse crede anche lui, come Fukuyama, che la Storia, se non proprio già finita, lo sarà nel momento che tutto il mondo si appresterà a cantare a squarciagola "sweet home Chicago" mentre si demoliscono a colpi di spread e crisi economiche create a tavolino, gli ultimi baluardi di democrazia mondiale e di stato sociale.


E' una storia che comincia negli anni settanta. Cile, Argentina, Bolivia. Neoliberismo imposto attraverso la dottrina dello shock su paesi cavia. Allora come oggi non c'era alternativa. Le riforme andavano accettate per forza ed erano i tecnocrati ad imporle.
I risultati erano economie e vite devastate ma, non importa, chi doveva arricchirsi lo aveva fatto e avrebbe dovuto continuare a farlo. I CEO dovranno guadagnare almeno cento, mille volte più dei loro operai. Non importa se sono degli imbecilli, sarà così per principio. Un mondo di pochi ai quali è concesso tutto e di molti ai quali tutto verrà negato, in nome, paradossalmente, della libertà. Il ritorno in pompa magna dell'Aristocrazia.


Anni ottanta. Reagan, Thatcher, il neoliberismo del dottor Mengele dell'economia Friedman infetta anche i paesi anglosassoni. Strage di posti di lavoro, distruzione di diritti fondamentali, laissez faire e deregulation, guerra totale allo stato sociale, lingua in bocca con i dittatori più sanguinari, da Pinochet a Saddam Hussein. Ognun per sé e Dio per i ricchi. Poi la Russia, la Cina, il passaggio in un amen dagli orrori del comunismo a quelli del capitalismo. Friedman unleashed, altro che Django.
La rivoluzione a metà del Sudafrica, la fine dell'apartheid concessa purché i neri non rompessero le palle in economia, rigorosamente liberista e in mano ai bianchi. Tanto, San Mandela riuscirà sempre a far sciogliere il sangue nell'ampolla al momento giusto.
Alla fine degli anni novanta c'è da andare ad arraffare le ultime riserve energetiche e così si inventano il Nuovo Secolo Americano e la Guerra al Terrorismo. Nel 2001, per accelerare il processo, che altrimenti avrebbe impiegato troppo tempo per realizzarsi, ecco l'evento catalizzatore, lo Shock Supremo. Poi altre guerre in paesi dove c'è da inaugurare il nuovo corso delle forze armate privatizzate. L'incubo di Eisenhower divenuto realtà. Le guerre dei contractors, dove questi costano troppo per essere sacrificati in battaglia, così si bombardano i civili e si fa prima. E, oltretutto, si applica quella dottrina dello shock che è così efficace per piegare le volontà dei popoli da sottomettere.


L'Italia, nel frattempo, è in mano al grande imprenditore, all'oligarca alla milanese che, invece di applicare la dottrina dello shock, vivacchia e cincischia nel populismo più aberrante per paura di perdere voti. Anche il nostro paese dà però il suo contributo alla mission, nell'anno dello Shock Supremo, mettendo su il grande show della repressione Pinochet style. Genova come cavia, gemellata suo malgrado con Santiago (l'unica intuizione brillante della carriera di D'Alema). Pensate alla Diaz, a Bolzaneto come prodromi dell'11 settembre e tutto acquisterà un senso. Quanta gente ha più manifestato in piazza in così grande numero dopo Genova? Che fine ha fatto il movimento no global, l'unico in grado di opporsi al capitalismo hardcore? La lezione è servita. I vecchi massacrati in Corso Italia e sbattuti al TG1 in prima serata ci hanno insegnato che "non si deve protestare". Se no, "un due tre, arriva Pinochet".
Noi poi siamo stati commissariati con un soft golpe e non con i carrarmati - solo un idiota può credere alla favoletta dello Smonti che all'improvviso riceve la chiamata da Napolitano - perché Iddu pensava un po' troppo ai suoi interessi (e alla figa) e stava dimenticandosi degli amici e questo è sempre pericoloso quando si è parte di un club di sodali.


Rimaneva l'Europa, con l'euro nato deforme e suscettibile alle infezioni della speculazione finanziaria, nuova arma suprema del sistema. I PIIGS, si. Gente che ha truccato i conti, ok. La Grecia che, se le togli la Feta e le isolette vacanziere, non ha un cacchio. Noi che non siamo la Grecia. La Spagna con le sue banche arraffone ed arruffone in mano ai preti. Il Portogallo non pervenuto. E la Germania che, in barba a tutti, prospera e crea benessere per i suoi cittadini. Opperbacco, il cigno nero!
Riflettete un attimo. In tutti i paesi dove è passato, come una maledizione biblica, il neoliberismo criminale, le classi lavoratrici si sono impoverite. La Germania invece offre bonus e premi di produzione di 4000 euro agli operai del suo settore automobilistico, quello che l'invidioso Marchionne vorrebbe ridotto ai livelli della FIAT a sfornare in eterno Panda e gay cars. In Germania il conflitto sociale è minimo, la gente sta bene. Oltretutto l'economia reale tedesca è l'unica che non sono ancora riusciti a smantellare e globalizzare, che è ancora in mano ai tedeschi. Bisogna fare qualcosa.
Ecco quindi che i demolitori controllati alla Smonti, visto che la Germania non cede - e perché dovrebbe, pensateci - mandano il messaggino: non è perché siete dei crucchi zucconi, è perché siete troppo democratici.
Comincio a pensare che questo sia un attacco alla Germania, al fatto che è l'unico paese che sta resistendo in qualche modo all'ultima spallata del neoliberismo, al fascismo globalizzato delle corporation. A noi vendono invece la favola dei tedeschi cattivi e della culona in divisa da Ilse la belva delle SS. Ci vendono che Smonti è uno statista, che della politica, tutto sommato, si può fare a meno, vista anche l'opposizione calabrache e collaborazionista che ci ritroviamo. Che questa è l'ora delle decisioni irrevocabili e senza alternativa. Che se non facciamo i bravi viene la crisi e ci porta via i risparmi. Che, con Giolitti, lo spread sarebbe a 9500.

http://ilblogdilameduck.blogspot.com/2012/08/lutile-idiozia-dei-demolitori.html

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