lunedì 13 agosto 2012

Siria. Londra invia aiuti ai terroristi per “proteggere i civili”


“In mancanza di progressi diplomatici, la Gran Bretagna farà di più”, perché “il popolo siriano non può aspettare all’infinito”. Con questa motivazione il ministro degli Esteri britannico, William Hague, ha annunciato che la Gran Bretagna donerà altri 5 miliardi di sterline (6,3 milioni di euro) ai ribelli dell’Esercito siriano libero (Els). Si tratterà, ha specificato, di attrezzature “non letali” – soprattutto per le comunicazioni, ma anche giubbotti antiproiettili – e non comprenderanno alcun tipo di armamenti. Troppo rischioso inviare armi, ha ammesso il ministro: “Sarebbe difficile sapere con certezza come queste possano essere usate. Ci sono state notizie di atrocità commesse dalle forze di opposizione”.
Per giustificare l’invio di aiuti milionari a chi si è macchiato di “atrocità”, Hague ha voluto sottolineare come i telefoni satellitari e le radio “possono essere utilizzate per avvertire i civili degli imminenti assalti del regime”. Ma anche, ovviamente, per coordinare azioni militari. Così come i giubbotti antiproiettili, secondo l’ardito postulato enunciato dal ministro, invece di essere indossati da miliziani e mercenari, serviranno come “dispositivi di protezione per i civili”. Secondo i dati forniti dal Foreign Office, Londra aveva già messo a disposizione dell’ “opposizione politica” siriana 1,4 milioni di sterline in “sopporti non letali”, comprensivi di formazione e assistenza per i gruppi siriani per i “diritti umani”.
Del resto, a inviare le armi ai ribelli ci pensano già da tempo gli agenti della Cia che operano al confine con la Turchia. Come riportato a giugno dal New York Times, il compito degli agenti statunitensi era di individuare i gruppi a cui destinare il materiale bellico fornito dagli alleati di Washington – come Qatar, Arabia Saudita, Libia e Turchia – per evitare che le armi finiscano nelle mani “sbagliate”. Non è dato sapere con certezza se questa selezione sia riuscita o meno, ma è certa la crescente preoccupazione dei Paesi occidentali (e non solo) sulla massiccia presenza di formazioni qaediste e di terroristi jiadisti in Siria. “Faremo attenzione a chi riceverà questi aiuti”, ha assicurato Hague, che ha anche annunciato di aver dato incarico all’ex ambasciatore in Yemen Jon Wilks di prendere contatto con personalità dell’opposizione legate all’Esercito siriano libero in Turchia, Francia e Giordania.
Nel frattempo, però, le agenzie di intelligence israeliane denunciano con preoccupazione l’arrivo tra le file dell’Els di migliaia di combattenti provenienti da Iraq, Giordania, Yemen e Arabia Saudita, che fanno parte di cellule qaediste o di sigle legate al jihad internazionale. Una presenza che, riferiscono al quotidiano Ha’aretz fonti della sicurezza, preoccupa gli israeliani, che temono persino che questi gruppi possano organizzare azioni terroristiche contro Israele per costringerlo ad attaccare Damasco. E mentre Londra annuncia l’invio di 5 milioni di sterline di aiuti ai ribelli, gli Stati Uniti annunciano nuove sanzioni economiche contro Damasco e “coloro che sostengono” il governo siriano.
http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=16497

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