mercoledì 15 agosto 2012

Non solo la superficie. Anche lo spessore dei ghiacci artici si riduce da far paura


Di Maria
Ebbene sì, i ghiacci artici stanno addirittura peggio, molto peggio di quanto si credeva finora. Ed è tutto dire, dal momento che quest’anno la loro superficie è terribilmente ridotta e somigliano essenzialmente ad una granita.

Il quotidiano britannico Guardian ha pubblicato le prime anticipazioni sui dati forniti dal satellite CryoSat-2, mandato in orbita per misurare sistematicamente lo spessore dei ghiacci: prima erano disponibili solo limitati dati satellitari, mentre esistono da tempo informazioni satellitari attendibili sull’area dei ghiacci e sull’estensione del tratto di mare entro cui sono distribuiti.

CryoSat-2 dice che i ghiacci, negli ultimi anni, si sono terribilmente assottigliati. Ad esempio, laddove in estate conservavano comunque 5-6 metri di spessore ora lo spessore è sceso a 1-3 metri.

Non è una cosa che riguarda foche e trichechi, ma il genere umano. L’Artico è una sorta di serbatoio di freddo che regola il clima nell’emisfero Nord del pianeta. Adesso state sudando, vero?

I ghiacci artici non fondono a causa del destino cinico e baro, bensì per i cambiamenti climatici innescati dalle attività umane.

Alle alte latitudini i cambiamenti sono particolarmente evidenti e soprattutto si auto alimentano: il bianco della banchisa riflette verso lo spazio i raggi del sole, mentre il mare – dal colore più scuro – li assorbe.

CryoSat è stato mandato in orbita nel 2010 dall’Esa, l’agenzia spaziale europea. Stando a quanto dice il Guardian, i dati preliminari ottenuti dal satellite mostrano che la riduzione del volume dei ghiacci artici supera del 50% gli scenari tratteggiati dalla maggior parte degli scienziati.

In particolare, nell’ultimo anno il volume dei ghiacci artici è diminuito di 900 chilometri cubi.

Nell’inverno 2004 c’erano all’incirca 17.000 chilometri cubi di ghiaccio nella zona centrale dell’Artico. Quest’inverno, secondo CryoSat-2, erano solo 14.000.

Ma i dati relativi all’estate sono ancor più neri. Sempre nel 2004 e sempre nell’Artico centrale c’erano circa 13.000 chilometri cubi di ghiaccio. Quest’anno ci sono solo 7.000 chilometri cubi di ghiaccio: poco più della metà.

Io mi limito ad aggiungere una cosa. Se anche in ciascuno degli anni futuri dovesse prodursi una perdita di 900 chilometri cubi di ghiaccio (quella registrata quest’anno), i 7.000 chilometri cubi residui di quest’estate sparirebbero in 7-8 anni.

Ovvero, nell’estate 2020 diventerebbe possibile fare il bagno al Polo Nord.

http://blogeko.iljournal.it/2012/non-solo-la-superficie-anche-lo-spessore-dei-ghiacci-artici-si-riduce-da-far-paura/69801

1 commento:

  1. C'è chi dice che questo processo sia naturale e c'è chi dice il contrario.
    Chi dice la verità?
    Antonio Gabriele Fucilone.

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