domenica 12 agosto 2012

La rivolta di Al Qaeda in Siria: il reclutamento di jihadisti per le “guerre umanitarie” della NATO


del Prof. Michel Chossudovsky

Cosa ha provocato la crisi in Siria?
Tale crisi non è stata il risultato di divisioni politiche interne, ma piuttosto la conseguenza di un piano deliberato dall’ alleanza USA-NATO per innescare il caos sociale, per screditare il governo siriano di Bashar Al Assad e, infine, per destabilizzare la Siria come Stato – Nazione.

Dalla metà di marzo 2011, gruppi armati islamici segretamente supportati dai servizi segreti occidentali e israeliani hanno condotto attacchi terroristici contro edifici governativi e appiccato incendi dolosi.

Come ampiamente documentato, uomini armati addestrati e cecchini hanno preso di mira la polizia, le forze armate e i civili disarmati.

L’obiettivo di questa insurrezione armata è quello di innescare la reazione della polizia e delle forze armate, compreso il dispiegamento di carri armati e mezzi blindati, al fine di giustificare un eventuale intervento ”umanitario” militare, sotto il mandato della ”responsabilità di proteggere” della NATO.

La natura del sistema politico siriano

Certamente vi è motivo di tensione e di proteste di massa in Siria: la disoccupazione è aumentata negli ultimi anni, le condizioni sociali si sono deteriorate, soprattutto dopo l’approvazione nel 2006 di ampie riforme economiche sotto la guida del Fmi. Le successive includono misure di austerità, il congelamento dei salari, la deregolamentazione del sistema finanziario, la riforma del commercio e le privatizzazioni. (Vedi FMI Repubblica Araba di Siria –Dichiarazione conclusiva FMI articolo Missione Consultazione IV,http://www.imf.org/external/np/ms/2006/051406.htm, 2006).

Inoltre, ci sono gravi divisioni all’interno del governo e dei militari. Il quadro politico populista del partito Baath è stato in gran parte eroso. Una fazione all’interno dell’establishment politico al potere ha abbracciato l’agenda neoliberista. A sua volta, l’adozione della “medicina economica” del FMI è servita ad arricchire l’elite economica dominante. Le fazioni pro-USA si sono sviluppate anche nelle più alte sfere delle forze armate siriane e dell’ intelligence.

Ma il movimento ”pro-democrazia”, integrato dagli islamisti e sostenuto dalla NATO e dalla “comunità internazionale”, non proviene dal sostegno della società civile siriana.

Le proteste, in gran parte dominate dagli islamisti, rappresentano una frazione molto piccola dell’ opinione pubblica siriana. Sono di natura settaria. Non affrontano le più ampie questioni di disuguaglianza sociale, diritti civili e della disoccupazione.

La maggioranza del popolo siriano (compresi gli oppositori del governo al-Assad) non supportano il “movimento di protesta”, caratterizzato da una guerriglia armata. Tutto il contrario.

Ironia della sorte, nonostante la sua natura autoritaria, vi è un notevole sostegno popolare per il governo del presidente BasharAl Assad, sostegno confermato dalle grandi manifestazioni filo-governative .

La Siria costituisce l’unico (ancora) stato indipendente laico nel mondo arabo. La sua base populista, anti-imperialista e laica deriva dalla dominante del partito Baath, che integra i Musulmani, i Cristiani e i Drusi. Esso è anche al fianco della lotta del popolo palestinese.

Alla fine, l’obiettivo della alleanza USA-NATO è quello di soppiantare e distruggere lo Stato laico siriano, soppiantare o cooptare le elite economiche nazionali ed eventualmente sostituire il governo siriano di Bashar Al Assad con un sceiccato arabo, una repubblica islamica filo – USA o una “democrazia” compiacente agli Stati Uniti.

Il ruolo dell’ alleanza militare USA-NATO-Israele nello scatenare una insurrezione armata non viene affrontato dai media occidentali. Inoltre, diverse ”voci progressiste” hanno accettato il ”NATO consensus” al valore nominale: ”una protesta pacifica” che viene “violentemente repressa dalla polizia e dalle forze armate siriane”.

L’insurrezione è integrata da terroristi

Al Jazeera, la stampa israeliana e quella libanese confermano che “i manifestanti” avevano bruciato il quartier generale del partito Baath e il Palazzo di Giustizia di Daraa a metà marzo, mentre allo stesso tempo andavano sostenendo che le manifestazioni erano “pacifiche”.

I terroristi hanno infiltrato il movimento di protesta civile. Simili atti di incendi dolosi sono stati condotti a fine luglio a Hama. Alcuni edifici pubblici, tra cui il Tribunale e la Banca Agricola, sono stati dati alle fiamme.

Questa guerriglia è diretta contro lo Stato laico. Il suo obiettivo ultimo è la destabilizzazione politica e un cambio di regime. Le squadre di uomini armati sono coinvolte in atti terroristici diretti sia contro le forze siriane che i civili.

I civili che appoggiano il governo sono oggetto di minacce e intimidazioni nonchè di omicidi mirati da parte di uomini armati:

A Karak, un villaggio vicino Dara’a, i salafiti hanno costretto gli abitanti a partecipare alle proteste anti-governative e a rimuovere le foto del Presidente Assad dalle loro case. Diversi testimoni hanno riferito che un giovane musulmano che si era rifiutato di rimuovere una foto è stato trovato impiccato la mattina seguente di fronte il portico della sua casa.

“La gente vuole uscire e chiedere pacificamente alcuni cambiamenti, ma i gruppi musulmani salafiti proseguono furtivamente il loro obiettivo, che non è quello di apportare modifiche per il miglioramento della Siria, ma conquistare il paese con i loro programmi“. (International Christian Concern – ICC -, 4 maggio 2011, enfasi aggiunta)

Alla fine di luglio, i terroristi hanno attaccato un treno che viaggiava tra Aleppo e Damasco:

“Il treno trasportava 480 passeggeri … I terroristi hanno smontato i binari provocando cosi l’incidente … La carrozza del macchinista è stata bruciata … Le altre carrozze erano deragliate e si erano capovolte su un fianco … (citato inTerrorists attacked a train traveling from Aleppo to Damascus – YouTube,Truth Syria). La maggior parte dei passeggeri del treno ”erano bambini, donne e diversi pazienti che stavano viaggiando per sottoporsi ad interventi chirurgici.” (Saboteurs Target a Train Traveling from Aleppo to Damascus, Driver Martyred – Local – jpnews-sy.com, 24 luglio 2011)

Il reclutamento dei Mujaheddin: la NATO e la Turchia

Questa insurrezione in Siria ha le stesse caratteristiche di quella della Libia: è integrata da brigate paramilitari affiliate ad Al Qaeda. I recenti sviluppi indicano una vera e propria insurrezione armata,integrata dai “freedom fighters” islamisti, sostenuti, addestrati ed equipaggiati dalla NATO e dall’ Alto Comando della Turchia.

Secondo fonti di intelligence israeliane:

Il Quartier Generale della NATO a Bruxelles e l’ Alto Comando turco stanno nel frattempo elaborando piani per il loro primo passo militare in Siria, ovvero armare i ribelli per la lotta contro i carri armati e gli elicotteri con cui il regime di Assad reprime il dissenso. Invece di ripetere gli attacchi aerei come in Libia, gli strateghi della NATO stanno pensando di inviare grandi quantità di missili anti-carro e anti-aeri , mortai e mitragliatrici pesanti nei centri di protesta per respingere i blindati delle forze governative. (DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, 14 AGOSTO 2011)

Un intervento guidato dalla NATO è sul tavolo. Secondo fonti militari e di intelligence, la NATO, la Turchia e l’ Arabia Saudita hanno anche discusso ” l’ aspetto che tale intervento richiederebbe “.

Il cambiamento della struttura di comando militare della Turchia

Alla fine di luglio, il comandante in capo dell’esercito e capo dello Stato Maggiore Congiunto della Turchia, il generale Isik Kosaner, si è dimesso insieme con i comandanti della Marina e dell’Aeronautica. Il Generale Kosaner rappresentava una posizione ampiamente laica all’interno delle Forze Armate. Al suo posto, come comandante dell’esercito e capo dello Stato Maggiore Congiunto, è stato nominato il Generale Necdet Ozel.

Questi sviluppi sono di importanza cruciale. Indicano un cambiamento nel comando militare della Turchia in favore dei Fratelli Musulmani, includendo il potenziato supporto per l’insurrezione armata nel nord della Siria.

Fonti militari confermano anche che i ribelli siriani ”sono stati addestrati all’uso delle nuove armi con ufficiali militari turchi in impianti improvvisati nelle basi turche vicino al confine siriano.”(DEBKAfile, NATO to give rebels anti-tank weapons, 14 AGOSTO 2011 )

La consegna delle armi ai ribelli è attuata “via terra, vale a dire attraverso la Turchia e sotto la protezione dell’esercito turco …. In alternativa, le armi verrebbero trasportate in Siria sotto la protezione militare turca e trasferite ai leader dei ribelli nei rendez-vous pre-organizzati ”. (Ibid, enfasi aggiunta)

Questi diversi sviluppi puntano verso la possibilità di un coinvolgimento diretto delle truppe turche nel conflitto, che potrebbe potenzialmente portare ad un più ampio processo di confronto militare tra Siria e Turchia, così come il coinvolgimento diretto delle truppe turche in territorio siriano.

Una guerra che coinvolga le truppe di terra turche comporterebbe l’invio di queste nella Siria del Nord e nel “ritagliarsi una zona militare dalla quale verrebbe fornito ai ribelli siriani aiuto militare, logistico e medico”.(Assad may opt for war to escape Russian, Arab, European ultimatums,http://www.debka.com/article/21255/ Debkafile, 31 agosto 2011).

Come nel caso della Libia, il sostegno finanziario viene incanalato alle forze ribelle siriane dall’Arabia Saudita. ”Ankara e Riad forniranno ai movimenti anti-Assad , clandestinamente,grandi quantità di armi e fondi “ (Ibid).

Il dispiegamento delle truppe saudite e GCC è contemplato anche nel sud della Siria, in coordinamento con la Turchia (Ibid):

Il reclutamento di migliaia di jihadisti

La NATO e l’Alto Comando turco contemplano anche lo sviluppo di una jihad diretta al reclutamento di migliaia di “combattenti per la libertà”, che ricorda l’arruolamento dei Mujahideen per intraprendere la jihad della CIA (guerra santa) nel periodo di massimo splendore della guerra in Afghanistan:

Sarebbe anche stata discussa, a Bruxelles e Ankara, dicono le nostre fonti, una campagna per arruolare migliaia di volontari musulmani nei paesi del Medio Oriente e nel mondo musulmano per combattere a fianco dei ribelli siriani. L’esercito turco avrebbe ospitato questi volontari, e curato il loro addestramento e il loro passaggio sicuro in Siria. (Ibid, enfasi aggiunta):

Questo reclutamento di mujaheddin per combattere le guerre umanitarie della NATO (tra cui Libia e Siria) è ben avviato. Circa 1500 jihadisti dall’Afghanistan, addestrati dalla CIA, sono stati spediti a combattere con i ribelli “pro-democrazia” sotto la guida dell’ ”ex” Comandante del Gruppo Islamico Combattente della Libia (LIFG) Abdel Hakim Belhadj:

“La maggior parte degli uomini sono stati reclutati dall’Afghanistan. Sono uzbeki, hazari e persiani. Come è possibile vedere dai filmati, questi uomini, vestiti di shalwar in stile uzbeco e Hazara-Uzbek Kurta sono stati trovati a combattere nelle città libiche. ”(The Nation, Pakistan)

Il modello libico delle forze ribelli integrate dalle brigate islamiche, insieme alle forze speciali della NATO ,è previsto essere applicato anche in Siria, dove i combattenti islamici sostenuti dai servizi segreti occidentali e israeliani sono già stati schierati.

L’attivazione di divisioni tra fazioni all’interno della società siriana

La Siria è uno Stato laico in cui musulmani e cristiani hanno condiviso un patrimonio comune del periodo paleocristiano e convissuto per secoli.

Viene incanalato sostegno segreto ai combattenti jihadisti, che a loro volta sono responsabili di atti di violenza settaria contro alawiti, cristiani e drusi. Ai primi di maggio, nell’ ambito del “movimento di protesta” anti-governo, diversi uomini armati sono stati segnalati per aver attaccato le case dei cristiani a Daraa, nel sud della Siria:

In un villaggio cristiano di fuori di Dara’a, nel sud della Siria,testimoni oculari hanno riferito che venti uomini a volto coperto in moto hanno aperto il fuoco su una casa cristiana gridando commenti maligni contro i cristiani in strada. Secondo un’altra fonte ICC in Siria, le chiese hanno ricevuto lettere minatorie durante le vacanze di Pasqua dicendo loro di unirsi manifestanti salafiti o di andarsene.

La scorsa settimana a Duma, un sobborgo di Damasco, i salafiti cantavano: “Alawiti nella tomba e i cristiani a Beirut!“, come riportano fonti ICC e Tayyar.org, una agenzia di stampa libanese. I Cristiani in Siria sono preoccupati che il programma di molti intransigenti islamici in Siria, tra cui i salafiti, è quello di assumere la direzione del governo e mandare fuori dal paese i cristiani . ”Se i salafiti musulmani guadagneranno influenza politica, faranno in modo che non ci sarà nessuna traccia di cristianesimo in Siria,”ha detto un leader cristiano siriano a ICC.

“Vogliamo migliorare la vita e i diritti in Siria sotto questo presidente, ma noi non vogliamo il terrorismo. I Cristiani saranno i primi a pagare il prezzo del terrorismo. … Quello che i cristiani stanno chiedendo è la consapevolezza che quando avvengono cambiamenti, questi devono avvenire non sotto i programmi di qualcuno o per determinate persone, ma per il popolo della Siria in modo pacifico sotto il governo attuale”, ha detto Aidan Clay, Direttore Regionale dell’ ICC per il Medio Oriente,: ”A differenza dell’ Egitto, dove i cristiani hanno prevalentemente sostenuto la rivoluzione che ha rimosso il presidente Hosni Mubarak dal potere, i cristiani siriani hanno voluto la pace, mentre esigono una maggiore libertà sotto il governo attuale. I Cristiani prevedono che seguirà solo caos e spargimento di sangue se le richieste dei salafiti saranno soddisfatte. Esortiamo il governo statunitense ad agire con saggezza e con attenzione nello sviluppo di politiche che hanno profonde implicazioni politiche per le minoranze della Siria, non sostenedo indirettamente un punto d’appoggio che può essere utilizzato dai salafiti per svolgere la loro agenda radicale. ”

(Syrian Christians Threatened by Salafi Protestors, Persecution News, International Christian Concern -ICC -, 4 Maggio 2011)

Gli attacchi ai cristiani in Siria ricordano le uccisioni da parte dei squadroni della morte contro i cristiani caldei in Iraq.

Verso un governo siriano in esilio. La formazione di un Consiglio di Salvezza Nazionale (NSC) sul modello del Consiglio Nazionale di Transizione della Libia (TC)

Un primo passo verso l’instaurazione di un governo provvisorio in esilio era stato previsto nella cosiddetta Conferenza di Salvezza Nazionale di Istanbul (16 luglio 2011) integrata da circa 300 siriani in esilio. Questa conferenza ha portato alla formazione di un Consiglio di Salvezza Nazionale (NSC), composto da 25 membri, sul modello del Consiglio di Transizione della Libia.

“I presenti alla fine hanno concordato un’iniziativa che selezionerà 25 dei 300 presenti ad Istanbul e altri 50 dalla Siria, realizzando un consiglio di 75 membri per rappresentare la rivolta in corso. I 75 membri del consiglio lavoreranno anche verso la formazione di un governo di unità nazionale che può guidare la Siria in un periodo transitorio, in caso di caduta del regime. Questo periodo transitorio cercherà di amministrare un road-map che ri-strutturi lo stato siriano da una dittatura, smantelli uno stato di polizia per una democrazia rappresentativa. Tuttavia, i presenti hanno ha rifiutato l’idea di formare un governo ombra in questo momento ….”( Syrian opposition conference in Istanbul and the formation of a joint council Syria Revolts, , 18 luglio 2011)

Il NSC ha previsto la formazione di un “ Gabinetto” composto da 11 membri che potrebbe agire come un governo provvisorio de facto in caso di un “crollo del regime”. Il NSC è dominato dai fuorilegge dei Fratelli musulmani e dai liberali della comunità degli esuli siriani. ( Syrian exiles vote for ‘transitional government’, Sidney Morning Herald, 19 luglio 2011)

Il ruolo centrale del generale David Petraeus: Nuovo capo della CIA del Presidente Obama

David Petraeus, recentemente nominato capo della CIA, il quale ha guidato il programma “Counterinsurgency” del MNSTC a Baghdad nel 2004, in coordinamento con l’ambasciatore John Negroponte, è previsto svolgere un ruolo chiave di intelligence in relazione alla Siria - tra cui il sostegno segreto alle forze di opposizione e ai “freedom fighters”, l’infiltrazione dei servizi segreti siriani e delle forze armate, ecc.. Tali lavori saranno eseguiti in collaborazione con l’Ambasciatore Robert S. Ford. Entrambi hanno lavorato insieme in Iraq dove erano parte della larga squadra di Negroponte a Baghdad nel 2004-2005.



Secondo i rapporti, il generale Petraeus si è recato in Turchia a metà luglio per incontrare i membri del Consiglio di Salvezza Nazionale. L’incontro, organizzato dal ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoğlu, ha avuto luogo subito dopo la Conferenza di Salvezza Nazionale (16-18 luglio 2011): “La fonte sottolinea l’ evidente sostegno del generale, durante la riunione, verso l’idea di creare un governo in esilio , un governo guidato dai Fratelli Musulmani e dai loro alleati e assistito da funzionari militari americani … “(Vedi TheSyrian Opposition and the CIA – Another Evidence of Treason – YouTube).

Mentre la visita ufficiale del segretario di Stato Hillary Clinton in Turchia è coincisa con lo svolgimento della Conferenza di Salvezza Nazionale, non ci sono conferme che la Clinton si fosse incontrata con i membri del NSC. Ufficialmente, Hillary Clinton ha incontrato i membri dell’opposizione siriana ”per la prima volta” il 2 agosto.(Syria Opposition Meets With Clinton – WSJ.com, 3 agosto 2011)

Il ruolo dei media occidentali

I media occidentali hanno giocato un ruolo centrale nell’ offuscamento della natura delle interferenze straniere in Siria, incluso il supporto esterno verso gli insorti armati. In coro hanno descritto i recenti avvenimenti in Siria come un “movimento di protesta pacifico” rivolto contro il governo di Bashar Al Assad, quando invece le prove confermano ampiamente che i gruppi paramilitari islamici sono coinvolti in atti terroristici. Questi stessi gruppi islamici si sono infiltrati nella manifestazioni di protesta.

Le distorsioni dei media occidentali abbondano. Enormi manifestazioni “pro-governo” (comprese fotografie) sono presentate con disinvoltura come “prova” di un movimento di protesta di massa contro il governo. I rapporti sulle vittime sono basati su non confermate ”testimonianze oculari” o sulle fonti dell’ opposizione siriana in esilio.

Sham News e il londinese Syria Observatory for Human Rights vengono abbondantemente citati dai media occidentali come “fonti attendibili” con le solite avvertenze.

Il sito sraeliano Debka, evitando il problema della rivolta armata,riconosce tacitamente che le forze siriane devono affrontare una organizzazione paramilitare:

“[Le forze siriane] stanno ora affrontando una forte resistenza: ad attenderle ci sono trappole anti-carro e barriere fortificate presidiate da manifestanti armati di mitragliatrici pesanti.” (DEBKAfile)

Da quando manifestanti civili armati di ”mitragliatrici pesanti” e ” trappole anti-carro” sono pacifici ? Quello con cui abbiamo a che fare è una formazione paramilitare.

Mentre Shaam News viene citata come fonte dei rapporti e delle foto di Associated Press , essa non è una agenzia di stampa riconosciuta. SNN si descrive come ”un gruppo di giovani attivisti patriottici siriani che chiedono libertà e la dignità per il popolo siriano…” con pagine su Facebook e Twitter. ( Vedi Shaam News Network)

Una foto di Associated Press di una manifestazione di massa a Hama riporta il seguente avviso

L’ Associated Press non è in grado di verificare in modo indipendente l’autenticità, i contenuti, il luogo o la data di questa foto . Foto:HO / Shaam News Network.

Eppure queste stesse foto non confermate vengono abbondantemente utilizzate dai media mainstream.

L’assenza di dati verificabili, tuttavia, non ha impedito ai media occidentali di spingere ”cifre autorevoli” sul numero delle vittime:”Oltre 1.600 morti, 2.000 feriti (Al Jazeera, 27 luglio) e quasi 3.000 persone scomparse (CNN, 28 luglio ). ”

Quali sono le fonti di questi dati? Chi è responsabile per queste vittime?

L’ambasciatore americano Robert S. Ford ha candidamente dichiarato ad una audizione presso la commissione del Senato che: “L’arma più pericolosa che ho visto era una fionda”

E questo slogan della fionda, che è una bugia, è stato citato continuamente per sostenere il carattere non violento del movimento di protesta e per fornire un “volto umanitario” all’Ambasciatore Robert S. Ford, il quale, non dimentichiamolo, faceva parte del piano di Negroponte per istituire squadroni della morte in Iraq, sul modello di El Salvador e Honduras.

La menzogna diventa la verità.

Responsabilità del governo siriano

Il governo siriano, i suoi militari e le sue forze di polizia, portano un fardello di responsabilità per il modo in cui hanno risposto alla rivolta che ha causato morti di civili e di militari. Ma questo problema, che è oggetto di aperta discussione in Siria, non può essere significativamente affrontato senza analizzare come gli Stati Uniti e i loro alleati hanno sostenuto e finanziato l’insurrezione integrata da gruppi paramilitari islamisti e dagli squadroni della morte.

La responsabilità primaria per le morti dei civili spetta a Washington, Bruxelles e Ankara, che hanno sostenuto la formazione e l’incursione dei “Freedom Fighters” islamici. Essi hanno anche facilitato il finanziamento e la consegna delle armi agli insorti.

Dal momento che l’esistenza di una insurrezione armata (sostenuta dalle potenze straniere) non è riconosciuta dai governi della NATO e dai media , queste morte sono attribuite senza ulteriori spiegazioni esclusivamente alle forze del governo che “spararano sui civili indifesi” o alle forze governative che sparano sui poliziotti disertori …

Crocevia pericoloso: verso un ampliamento del conflitto in Medio Oriente e Asia centrale

Un escalation è parte integrante del programma militare. La destabilizzazione degli Stati sovrani attraverso il “cambio di regime” è strettamente coordinata con la pianificazione militare. C’è una roadmap militare caratterizzata da una sequenza di teatri di guerra USA – NATO.

I preparativi di guerra per attaccare la Siria e l’Iran sono stati in “uno avanzato stato di allerta” per diversi anni.

I pianificatori militari degli Stati Uniti, della NATO e di Israele hanno delineato i contorni di una campagna ”umanitaria” militare, in cui la Turchia (la seconda più grande forza militare all’interno della NATO),giocherebbe un ruolo centrale.

In recenti sviluppi, la Turchia ha lasciato intendere che Ankara sta prendendo in considerazione un’azione militare contro la Siria, se il governo di al-Assad non cessa ”immediatamente e incondizionatamente” “ le sue azioni contro i ”contestatori”. Con amara ironia, i combattenti islamici che operano all’interno della Siria, i quali stanno terrorizzando la popolazione civile, sono stati addestrati e finanziati proprio dal governo turco di Erdogan.

Queste velate minacce puntano verso il possibile coinvolgimento delle truppe turche nel territorio siriano, che potrebbe poi evolvere verso un vero e proprio intervento “umanitario” militare dalla NATO.

Siamo ad un bivio pericoloso. Se sarà lanciata un’operazione militare contro la Siria, nella grande regione del Medio Oriente e dell’Asia centrale, che si estende dal Nord Africa e dal Mediterraneo orientale al confine di Afghanistan-Pakistan con la Cina, verrebbe inghiottita nel turbine di una guerra prolungata.

Ci sono attualmente quattro distinti teatri di guerra: Afghanistan-Pakistan, Iraq, Palestina e Libia.

Un attacco alla Siria porterebbe alla integrazione di questi separati teatri di guerra , conducendo alla fine verso una più vasta guerra del Medio Oriente-Asia Centrale.

La strada per Teheran passa per Damasco. Una guerra promossa da USA-NATO contro l’Iran comporterebbe, come primo passo,una campagna di destabilizzazione (“cambio di regime”),comprese le operazioni segrete di intelligence a sostegno delle forze ribelli contro il governo siriano.

Una guerra contro la Siria potrebbe evolvere verso una campagna militare USA-NATO diretta contro l’Iran, dove la Turchia e Israele sarebbero direttamente coinvolti. Questo contribuirebbe inoltre alla destabilizzazione del Libano già in corso.

E ‘fondamentale diffondere le informazioni e rompere i canali di disinformazione dei media.

Una comprensione critica e imparziale di ciò che accade in Siria è di cruciale importanza per invertire l’ ondata di escalation militare diretta verso una più vasta guerra regionale.

LINK: The Al Qaeda Insurgency in Syria:Recruiting Jihadists to Wage NATO’s “HumanitarianWars”

DI: Coriintempesta

Parte I e II:

I) A “Humanitarian War” on Syria? Military Escalation. Towards a Broader Middle East-Central Asian War?

II) The Pentagon’s “Salvador Option”: The Deployment of Death Squads in Iraq and Syria
http://coriintempesta.altervista.org/blog/la-rivolta-di-al-qaeda-in-siria-il-reclutamento-di-jihadisti-per-le-guerre-umanitarie-della-nato/

Nessun commento:

Posta un commento